Simone Panero | Il Consiglio comunale di Torino ha approvato il 9 ottobre la delibera che trasforma l’azienda idrica Smat spa in azienda di diritto pubblico, rispettando così la volontà popolare espressa dal referendum del 2011. Torino si colloca al pari di altre altre grandi città europee tra cui Parigi, Berlino, Barcellona, Amburgo e Nizza che hanno optato per una gestione partecipativa dell’acqua pubblica. In Italia, fino a ora, l’unico esempio era Napoli.
La decisione dovrà essere ora sottoposta al vaglio e all’approvazione degli altri comuni soci dell’Area Metropolitana: il sindaco Chiara Appendino, in qualità di prima azionista, dovrà raggiungere il quorum richiesto dallo statuto aziendale.
«Con questa delibera ribadiamo l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile e inalienabile -ha sottolineato la consigliera Daniela Albano, prima firmataria del documento- e togliamo l’azienda dal mercato, al riparo dalle scalate multiutility». L’atto è passato grazie al voto favorevole del gruppo 5Stelle, di Direzione Italia e Torino in comune. Non sono mancati gli attacchi da parte delle minoranze, contrariati anche dall’assenza della prima cittadina al momento del voto in Sala Rossa. Il capogruppo del Pd Stefano Lo Russo ha dichiarato: «mi aspetto che nell’assestamento di Bilancio non ci sia nemmeno un euro degli utili di Smat». Enzo Lavolta, consigliere del Pd, ha ricordato come il M5S avesse approvato nel marzo 2017 una delibera con il medesimo contenuto, salvo poi rimandare il tutto. Il capogruppo di Forza Italia Osvaldo Napoli ha poi ribadito: «Smat è già pubblica, produce utili, è un’eccellenza ed è sbagliato cambiare questo sistema facendola diventare un’azienda consortile».
Cosa potrebbe voler dire la trasformazione di Smat in consorzio? Secondo Alessandro Lorenzi, presidente della Società municipale Acque Torino per due mandati consecutivi dal 2011 al 2017, si tratta di un percorso «pieno di falle». Nella sua ultima assemblea rivolta al cda ha raccomandato di valutare i pro e i contro di un cambiamento che potrebbe avere ricadute sui soci e sull’azienda, considerata una vera e propria eccellenza in Italia, al punto di essere premiata come migliore utility nel 2014. La prossima settimana si riunirà il nuovo consiglio di amministrazione in cui verrà ratificata la presidenza di Paolo Romano e il ruolo di amministratore delegato a Marco Ranieri. Tre gli investimenti che caratterizzeranno il prossimo mandato: l’acquedotto in Valle Orco che migliorerà l’approvvigionamento idrico nel Rivarolese Eporediese e Canavese, la realizzazione del collettore mediale di Torino e infine l’ammodernamento dell’impianto di potabilizzazione del Po.