19 Ottobre 2024
Gilberto Germani | Presidente ENPA Saronno | Al termine del loro lungo e doloroso calvario, iniziato con la nascita negli allevamenti intensivi e con il successivo trasporto, gli animali giungono ai mattatoi, ultima stazione della propria vita
Share

Gilberto Germani | Presidente ENPA Saronno | Al termine del loro lungo e doloroso calvario, iniziato con la nascita negli allevamenti intensivi e con il successivo trasporto, gli animali giungono ai mattatoi, ultima stazione della propria vita.

In base alla normativa vigente la macellazione è l’abbattimento di animali destinati all’alimentazione umana; l’abbattimento è “qualsiasi processo applicato intenzionalmente che determini la morte dell’animale”; lo stordimento è “qualsiasi processo indotto intenzionalmente che provochi in modo indolore la perdita di coscienza e di sensibilità, incluso qualsiasi processo determinante la morte istantanea”. Questa norma permette il non uso dello stordimento per volatili e conigli per consumo domestico privato e per macellazione rituale, da svolgersi all’interno di mattatoi autorizzati.

I cittadini dell’Unione Europea in questi ultimi anni hanno mostrato sempre maggior interesse e sensibilità verso le tematiche relative al benessere animale anche per quanto riguarda le macellazioni degli stessi. La protezione degli animali durante la macellazione o l’abbattimento è una questione di interesse pubblico che incide sull’atteggiamento del consumatore nei confronti dei prodotti agricoli. Infatti, il consumatore oltre a pretendere una carne prodotta nel pieno rispetto delle norme igienico sanitarie chiede che non siano inflitte inutili sofferenze agli animali da cui provengono le carni. Una migliore protezione degli animali durante la macellazione contribuisce a migliorare la qualità della carne e indirettamente produce un impatto positivo sulla sicurezza del lavoro nei macelli.

È per questo motivo che in virtù delle mutate sensibilità etiche e dello sviluppo di nuove tecnologie in tema di stordimento e abbattimento più rispettose del benessere animale in fase di macellazione, l’Unione Europea ha aggiornato l’attuale normativa considerata obsoleta sostituendola con un regolamento comunitario, la cui applicazione sarà uniforme e simultanea in tutti gli Stati membri ed eviterà l’onere del recepimento.

Il Ministero della Salute nel PNBA ha fornito delle check-list da utilizzare per la valutazione delle caratteristiche strutturali e funzionali degli impianti di macellazione e per verificare il rispetto dei requisiti minimi di benessere animale previsti dalla normativa vigente. Le check list predisposte per l’esecuzione dei controlli presso il macello da utilizzare durante la fase di macellazione sono tre:

PRINCIPALI LEGGI SULLA MACELLAZIONE

Regolamento (CE) n. 1099/2009 del Consiglio del 24 settembre 2009 relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento. Pubblicato su GUCE L 303 del 18.11.2009

  • maggiori responsabilità per gli operatori e i produttori di dispositivi per lo stordimento e l’abbattimento;

  • adeguata formazione per coloro che lavorano negli impianti di macellazione con l’obbligo di acquisire attraverso un esame il certificato d’idoneità;

  • maggiori garanzie del rispetto delle condizioni relative al benessere degli animali durante gli abbattimenti eseguiti ai fini profilattici;

  • elenco dei metodi di stordimento e abbattimento consentiti relativamente alle diverse specie animali oggetto di macellazione.

Inoltre, notevole attenzione è stata rivolta alla macellazione domiciliare che seppur effettuata al di fuori degli impianti di macellazione autorizzati, può essere praticata a condizione che, durante l’abbattimento e le operazioni correlate siano risparmiati agli animali:

  • dolori, ansia o sofferenze evitabili

  • siano abbattuti elusivamente previo stordimento conformemente ai metodi prescritti dalla normativa

  • l’abbattimento e le operazioni correlate siano effettuate esclusivamente da persone che abbiano un adeguato livello di competenze

Decreto Legislativo 6 novembre 2013 n. 131 disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al Regolamento (CE) n. 1099/2009 relativo alla cautela da adottare durante la macellazione o l’abbattimento degli animali (GU n. 272 del 20.11.2013)

MACELLAZIONE RITUALE

L’Islam prescrive delle norme precise per l’uccisione degli animali perchè il fedele musulmano ne possa mangiare le carni. L’insieme di queste norme va sotto il nome di “Macellazione Halal” dove la parola “Halal” ha il significato di “lecito” ed è il contrario di “Halam”, proibito. La Macellazione Halal prescrive che, al momento dell’uccisione, l’animale deve essere cosciente e che venga ucciso tagliandogli la gola con un coltello affilato. La testa dell’animale deve essere orientata verso la Mecca e non deve essere recisa. Nel momento dell’uccisione, il macellaio islamico deve recitare la formula “In nome di Dio, Clemente, Misericordioso”. La morte sopraggiunge lentamente, tra urla e sofferenze inaudite, mentre il flusso di sangue fuoriesce dal collo della povera bestia. Pochi sanno che questo terribile metodo di macellazione è in uso anche presso le comunità ebraiche tra le quali ha il nome di Shechita.

Ebrei e Musulmani sono concordi nell’affermare che la carne così ottenuta è più buona e tenera perchè il sangue continua a circolare durante l’agonia dell’animale. Per onestà dobbiamo però rilevare che queste barbare usanze vengono spesso seguite anche dai nostri contadini nell’uccisione del maiale anche se sono contrarie alla legge. Chissà quanti di voi avranno mai udito le urla strazianti dei maiali uccisi nelle nostre campagne. Il “rito” nostrano prevede che il maiale venga legato dal grugno con un grosso filo di ferro, che in precedenza è stato agganciato ai suoi denti canini. Ben legato, e dopo vane resistenze, il maiale viene trascinato fino ad una cassa di legno sulla quale viene adagiato di fianco in modo da scoprirne il collo ed infine gli viene tagliata la gola dalla quale uscirà lentamente il flusso di sangue, fino alla morte dell’animale.

I maiali hanno però la “fortuna” che la loro carne è tassativamente proibita sia dall’Islam che dall’Ebraismo.

Come è noto la normativa europea prescrive lo stordimento dell’animale prima che venga ucciso istantaneamente con un colpo di pistola alla testa, ma tutti i paesi europei hanno una deroga per la carne destinata ai fedeli islamici che possono tranquillamente usare il metodo Halal: In Italia questo tipo di macellazione è stato per la prima volta autorizzato con il decreto dei ministri della Sanità e degli Interni del 11 giugno 1980 e tale deroga è stata confermata da tutti gli atti legislativi successivi in materia.

Questa pratica, estremamente cruenta, è consentita in Italia solo se praticata in uno degli oltre 200 macelli autorizzati, ma non sono rari i casi di macellazione “familiare”, eseguita per festeggiare delle ricorrenze religiose, pratica illegale e perseguibile per legge (Regolamento comunitario 1099/2009, Decreto Legislativo 131/2013 – articolo 6 del Decreto Legislativo 6 novembre 2007, n. 193 – articolo 544 bis del Codice penale).

D’altra parte in tutta Europa ed ovviamente anche in Italia, aumenta continuamente il numero delle macellerie islamiche, dove si vendono solo carni provenienti da animali uccisi in questo modo e molti supermercati hanno aperto settori specifici dove si vende carne Halal per i clienti musulmani
Ma attenzione! In tutti i “Kebab”, tanto di moda anche nel nostro paese, si serve carne macellata col metodo Halal e sono tantissimi i frequentatori italiani di questi locali.
Infine bisogna aggiungere che spesso la carne Halal non è etichettata come tale, per cui può capitare all’ignaro consumatore di mangiarla inconsapevolmente. Ciò è fuori legge, ma è una frode usata per smaltire gli eventuali surplus di carne macellata col rito islamico.

Riprendo una frase di Lev Tolstoj che difficilmente si può dimenticare «se i macelli avessero le pareti di vetro saremmo tutti vegetariani»

Qui trovi tutti gli articoli precedenti

La loro sofferenza per la nostra buona tavola | Parte 1

La loro sofferenza per la nostra buona tavola | Parte 2

La loro sofferenza per la nostra buona tavola | Parte 3

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *