Gilberto Germani | Presidente ENPA Saronno | Nelle nostre precedenti pubblicazioni del 22 e 30 aprile e 20 maggio 2017 ci siamo soffermati su tante crudeltà effettuate dall’uomo sugli animali per il proprio divertimento e interesse, abbastanza conosciute ai più. Purtroppo altre ancora ne esistono poco conosciute, se non localmente, e chissà quante altre ancora ne esistono ma a noi non note.
Corse dei cavalli | E’ molto triste, ma nel grande business delle corse dei cavalli l’unica cosa su cui potete scommettere è che la maggior parte dei cavalli vengono sfruttati al limite delle loro possibilità e, tranne rare eccezioni in cui i cavalli vengono inviati a fine “carriera” in stalle di lusso per la riproduzione, poi avviati nei recinti delle aste pubbliche per ultimare drammaticamente la propria vita in un mattatoio.
Nel mondo fortemente competitivo delle corse, i cavalli hanno pochi diritti: non solo vengono fatti correre troppo, ma iniziano troppo presto la loro carriera. Ad esempio, vengono fatti correre cavalli di due anni, sebbene i loro arti siano ancora in fase di sviluppo. Questo può significare traumi che possono avere conseguenze devastanti.
Quando il fisico dei cavalli si ribella con sintomi che vanno dal sanguinamento dei polmoni, ai gonfiori alle giunture o alle microfratture a “tela di ragno”, i sintomi vengono mascherati con farmaci, quali il Laxis (o furosemide) che può anche nascondere la presenza di altri medicinali legali o illegali. Così gli animali continuano a correre finché non collassano. Le statistiche sono terribili, più di 800 cavalli sono morti nel 1998 degli ippodromi Nordamericani e almeno altri 3580 hanno riportato ferite di tali gravità da non permettere loro di terminare la corsa. Circa 30 cavalli sono morti in Inghilterra nel famoso Grand National (la corsa resa celebre da un film di Liz Taylor) e centinaia sono rimasti feriti. Nel 1994, 36 cavalli sono partiti, ma solo 6 hanno potuto concludere la corsa.
Non c’è da stupirsi se in un mondo attorno al quale ruotano tanti interessi vi siano ben pochi riguardi nei confronti degli animali. L’inglese Mr. Burns è stato condannato a diversi anni di carcere perché si è guadagnato da vivere uccidendo cavalli da corsa, o spezzando loro le zampe con un piede di porco per fare in modo che i proprietari potessero incassare i premi delle assicurazioni.
Non sono solo i cavalli da corsa a finire nelle mani di avventurieri senza scrupoli che li acquistano alle aste per il mercato degli hamburger e per il cibo per cani. La stessa sorte tocca anche per i cavalli da rodeo ed ai cavalli ormai vecchi delle “carrozzelle”, nonché agli amatissimi cavalli da passeggiata ed equitazione. Solo molto recentemente, grazie alle vibranti proteste di associazioni animaliste, sono stati risparmiati a questa sorte i cavalli giunti a “fine carriera” nell’Esercito Italiano.
Animali per la guerra | Da sempre l’uomo sfrutta gli animali anche nel campo che più caratterizza la sua furia devastatrice: la guerra. La segretezza da sempre legata agli ambienti militari, impedisce di raccogliere molti dati ma alcune notizie filtrano attraverso i giornali e raccontati anche dagli stessi addetti ai lavori.
L’esercito israeliano intende usare “cani bomba” per azioni di guerriglia. I cani hanno legato sui dorsi bombole di gas lacrimogeno ed esplosivi e vengono addestrati all’inseguimento dei palestinesi nemici. Gli esplosivi sono comandati a distanza.
Già nel 1942, durante la Seconda Guerra Mondiale, gli inglesi sottoposero un gran numero di animali a bombardamento batteriologico. Nel 1979, alcuni ricercatori statunitensi sottolinearono i risultati raggiunti irrorando un gruppo di scimmie con gas nervino: respirazione affannosa, convulsioni violente, agonia lunga sino ad un’ora.
Nel 1981, nella base inglese di Port Down, si studiò l’effetto di nuovi proiettili sparati contro scimmie, maiali. Tra il 1981 ed il 1983 la stessa base notificò al Ministero degli Interni britannico più di 40.000 esperimenti militati effettuati su animali, tra cui, irrorazioni di gas su scimmie, avvelenamenti al cianuro su cani, prove di proiettili di gomma e di plastica su pecore.
Nel 1990 il Comitato Americano dei Medici per la Medicina Responsabile denunciò il sacrificio di oltre 500 mila animali all’anno a scopo militare: fratture, ustioni, amputazioni, privazioni prolungate di acqua e applicazione di enorme forze centrifughe su scimmie e maiali (fino alla morte), radiazioni ed elettroshock su cani e scimmie. Nel 99 % dei casi, pur comportando enormi sofferenze, non veniva effettuata anestesia.
Nel 1991, durante la guerra del Golfo, migliaia di galline sono state rinchiuse in gabbie e portate in prima linea per segnalare, morendo, la presenza di gas tossici.
Nel 1994 sono stati bloccati incredibili test americani finalizzati a verificare, in scimmie rhesus vive, perfino gli effetti dell’ebollizione del sangue simulando situazioni createsi a 36mila metri di altezza dal suolo in cui, con la lacerazione dello scafandro, la differenza di pressione tra il corpo e l’atmosfera provoca un vero e proprio “ribollire” interno del sangue.