Federico Cuomo | La pioggia ha riportato i livelli di polveri sottili nell’aria di Torino al di sotto della fatidica soglia dei 50 microgrammi al metro cubo, ma non sembra aver raffreddato gli animi a Palazzo Civico. L’emergenza smog continua a far discutere anche in questi giorni in cui la cappa di inquinamento sembra essersi temporaneamente dissolta. Una polemica nata dall’annuncio di blocco della circolazione per euro 3 e 4 questa settimana dopo che lo scorso martedì la quantità di PM10 aveva superato il doppio del valore consentito, decisione poi revocata alla luce delle mutate condizioni meteorologiche del fine settimana.
Cambi di direzione improvvisi, che hanno messo in luce la difficoltà di saper gestire un’emergenza, che ormai si protrae da tempo, attraverso misure di breve periodo senza un cambiamento più strutturale in ambito di mobilità. Interventi considerati insufficienti anche dal responsabile di Legambiente Piemonte Fabio Dovana, che ai microfoni di Radio Italia Uno ha rimarcato la necessità di politiche di lungo termine come il blocco dei diesel in città, già diventato realtà in metropoli importanti come Londra, Parigi e Città del Messico. Per adesso in municipio si discute del blocco degli euro 3 fino al 15 aprile, un provvedimento che, se venisse ufficializzato, lascerebbe fermi circa 200 mila autoveicoli nell’intera città metropolitana, generando problemi di mobilità per i molti piemontesi che ogni giorno raggiungono Torino per lavoro.
Dovana ha inoltre ricordato come il traffico rappresenti effettivamente la principale causa di inquinamento dell’aria nelle aree urbane della pianura Padana, dove circa l’80% delle polveri pericolose sono prodotte dalla combustione di carburante. Valori significativi che si ripercuotono sulla salute delle persone, causando allergie e aumentando la possibilità di incorrere in patologie dell’apparato respiratorio. L’emergenza smog scala la classifica dei problemi sull’agenda cittadina, i temporali non riescono più a spazzarla via.