Federico Cuomo | Il Comune di Torino si sta muovendo per trovare nuove sistemazioni ai 1200 rifugiati che vivono nelle palazzine dell’ex villaggio olimpico di via Giordano Bruno. Proprio in questi ultimi giorni anche arcivescovo Cesare Nosiglia ha assicurato l’impegno della Curia nell’affrontare quella che a tutti gli effetti è una emergenza sociale e umanitaria. Gli edifici parrocchiali attualmente inutilizzati potrebbero presto diventare sedi abitative. Impegno condiviso con le associazioni di volontari che già da tempo operano all’interno delle palazzine e con la Compagnia di San Paolo, pronta a sostenere le spese per l’ammodernamento degli immobili e per i percorsi di inclusione sociale dei rifugiati.
Aiuti che vanno incontro al piano della giunta comunale che attraverso le parole del sindaco Chiara Appendino ha ribadito la necessità di sgombrare le palazzine e avviare nel contempo progetti di integrazione. L’epopea dell’ex Moi sembra prossima al termine. Una storia iniziata nel 2013 con l’arrivo dei primi rifugiati provenienti soprattutto da Libia e Somalia, costretti a vivere in abitazioni fatiscenti con precarie situazioni igienico-sanitarie. Un percorso reso ancor più difficile dalle costanti situazioni di tensione e intolleranza dentro e fuori i palazzi, riaccese ultimamente dall’aggressione subita da un ragazzo africano e dall’esplosione di una bomba carta all’ingresso delle palazzine.