24 Ottobre 2024
Share

Chiara Cuttica | L’evoluzione tecnologica permette di relazionarsi sempre e in maniera costante attraverso un device, aumentando le connessioni tra persone. La qualità di queste connessioni cresce e giorno dopo giorno è sempre più alla portata di tutti ma nonostante i progressi c’è qualcuno che ancora rischia di rimane indietro. Basti pensare agli ipovedenti, a chi ha difficoltà nell’utilizzo delle mani, a chi non vede i colori e a chi non riesce a leggere correttamente. Questione di normalità, un concetto che sul web sta assumendo accezioni particolari. “Normale” vuol dire essere consultabile, usabile, comprensibile a tutti. Nel mondo i dispositivi mobili connessi a internet sono quasi 7 miliardi e la sfida non è più la diffusione degli smartphone bensì la loro fruibilità sulla base delle esigenze e delle necessità dei singoli utenti. In Italia se ne parla fin dal 2004, anno in cui venne approvata la Legge Stanca, ancora oggi testo di riferimento in materia di accesso e diritto di accesso all’ICT. Nel 2016 si parla di rights for all, anche nel mondo 3.0, un mondo virtuale per definizione ma che esiste nei fatti e deve essere alla portata di tutti.

Sono gli utenti (in definitiva noi tutti) i protagonisti del web, tutti coloro i quali hanno qualcosa da dire, meglio ancora da con-dividere con la rete e quindi sono loro al centro. Un atteggiamento che si può definire “ritorno dell’antropocentrismo”: un antropocentrismo 3.0 oppure semplicemente un nuovo antropocentrismo perché il web fa sentire meno soli mettendo al primo posto gli utenti, le persone. Stiamo vivendo un nuovo momento storico, ma non tutti si accorgono di quanto sia importante garantire le stesse possibilità di accesso alla tecnologia. Anche essere consapevoli di questa fase di transizione vuol dire accorgersi dei cambiamenti e dare (o tentare di dare) le risposte adeguate.

Ecologia dei siti Web di Maurizio Boscarol è un volume che prova a capire questi cambiamento, perché affronta -dal lato teorico e pratico- il non facile compito di realizzare piattaforme a misura d’uomo. Anche Usabilità dei siti web: curare l’esperienza d’uso in Internet di Michele Visciola propone una interessante riflessione sulla valenza etica dell’interazione uomo-macchina, illustrando la situazione italiana.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *