di Jacopo Bianchi | VIDEO |Ottantacinque chilometri di corsi d’acqua, 101 ponti, 210 sifoni, una portata di 110 metri cubi al secondo e soprattutto duecentomila ettari di terreno coltivato. Sono i numeri del Canale Cavour, una delle maggiori opere di ingegneria idraulica d’Italia. Inaugurato 150 anni fa da Eugenio di Savoia Carignano e dedicato alla memoria di Camillo Benso di Cavour, vero ispiratore del progetto, il canale è stato celebrato lo scorso fine settimana a Vercelli alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Il canale è stato un motore della modernizzazione fondiaria, economica e sociale -ha detto il Capo dello Stato- l’uso razionale e sostenibile dell’acqua ha consentito di salvaguardare l’integrità ambientale di un intero territorio”. (leggi qui l’intervento del Capo dello Stato)
La sua realizzazione avvenne tra il 1863 e il 1866 per volontà dei ministri Quintino Sella e Gioacchino Pepoli: fu ideato dall’agrimensore vercellese Francesco Rossi e progettato dall’ingegnere Carlo Noè. Costò 45 milioni di lire di allora. Ancora oggi è considerato un’opera eccezionale, che da sola ha rivoluzionato l’agricoltura piemontese. A metà dell’Ottocento, infatti, la produzione agricola era a carattere estensivo e solo la nuova disponibilità di acqua permise il passaggio a coltivazioni intensive, più redditizie e con una alta resa di prodotto per ettaro. Il Canale inizia a Chivasso dove preleva l’acqua del fiume Po e termina a Galliate, scaricandosi nel Ticino. È il terzo canale italiano per lunghezza e permette la produzione di 1.300.000 tonnellate di risone ogni anno.
“In 150 anni di vita -ha detto ancora il Presidente della Repubblica- il Canale ha assicurato l’esistenza e la preservazione di ecosistemi delicati”: un compito che continua a svolgere ancora, garantendo al tempo stesso sicurezza idrogeologica. Il Canale, poi, è anche una fonte energetica ecosostenibile grazie alle ottanta centrali idroelettriche costruite e funzionanti lungo i suoi argini.