di Jacopo Bianchi | «Il modo in cui è stato gestito l’affaire Salone del libro ha creato un forte malcontento da parte di molti editori soci. Ciò che ci ha lasciato perplessi è il modo in cui la decisione è stata presa, senza una seria, reale e approfondita consultazione». Inizia così la lettera che dieci case editrici hanno scritto al presidente AIE Federico Motta, comunicando l’intenzione di abbandonare l’Associazione. È la prima -e per certi versi inaspettata- conseguenza alla scelta di privilegiare Milano e gli spazi della Fiera di Rho come prossima sede della kermesse del libro. Passa da add editore e SUR e arriva fino a Iperborea e Lindau la spaccatura che si è creata in seno all’associazione italiana editori fin dalla votazione di mercoledì. L’AIE ha sì votato per Milano, ma non in maniera compatta: 17 voti favorevoli al trasferimento, 7 per Torino e ben 8 astenuti.
Non è piaciuto ai dieci editori dimissionari il modo in cui si è arrivati alla decisione di abbandonare Torino: «non ci riconosciamo né in questa scelta dell’associazione né tanto meno nella modalità di determinarla -scrivono nella lettera al loro ex presidente- non ci sentiamo insomma rappresentati». È stato un errore contrapporre a una già grande fiera italiana un evento concorrenziale, oltretutto negli stessi giorni. Meglio sarebbe stato moltiplicare e non dividere le occasioni di avvicinamento alla lettura e al mondo dell’editoria. L’AIE va comunque avanti per la sua strada, prossimi passi l’uscita dalla Fondazione per il Salone del Libro di Torino e la creazione di una nuova società con Fiera Milano.
Il cerino acceso resta così in mano a Torino. Il Salone è prossimo alla sua trentesima edizione e il compleanno rischia di essere ben triste. L’edizione 2017 è a oggi confermata ma all’ombra di un grande punto interrogativo su luogo, contenuti e soprattutto editori pronti a partecipare.