di Jacopo Bianchi | VIDEO | Tutte promosse e balneabili le spiagge del Lago Maggiore, ma attenzione a tre punti sulla sponda piemontese tra i comuni di Arona e Stresa. L’allerta arriva da Legambiente e dalla sua Goletta dei Laghi, la campagna di monitoraggio e informazione sullo stato di salute dei principali laghi italiani. Dopo Iseo e Lario, nel secondo fine settimana di luglio la Goletta ha solcato il Lago Maggiore per l’ormai consueto lavoro di campionatura e analisi microbiologiche delle acque. Per la prima volta il monitoraggio ha riguardato anche l’eventuale presenza di microplastiche, un protocollo adottato fino ad oggi solo per i mari.
Numeri alla mano, risultano inquinati alcuni tratti alla foce del Vevera tra Arona e Dormelletto, alla foce del rio Arlasca, all’altezza dello scarico del depuratore e a Stresa nell’area dello sfioratore di via Marconi. Punti, specifica Legambiente, che già negli scorsi anni avevano riportato giudizi negativi. (Leggi il comunicato completo)
“L’obiettivo -spiega Simone Nuglio, responsabile Goletta dei laghi di Legambiente- non è solo denunciare situazioni critiche, ma anche stimolare un dialogo tra le amministrazioni e le autorità di controllo. La balneabilità delle acque e la gestione del territorio devono essere considerati strumenti per promuovere un turismo sostenibile, tanto da essere una spinta per il rilancio economico dell’intero territorio”.
Nelle analisi della Goletta dei laghi vengono prese in esame le foci
dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che si trovano lungo le rive dei laghi, punti spesso segnalati dai cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Sono questi, infatti, i veicoli principali di contaminazione batterica di origine fecale, dovuta all’insufficiente depurazione degli scarichi civili che attraverso i corsi d’acqua arrivano nel lago.
I risultati della campagna di quest’anno sono comunque positivi, con un generale miglioramento delle condizioni di salute del lago Maggiore sulla sponda piemontese. Ma quanto fatto ancora non basta perché, come ha precisato durante la presentazione dei dati il vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta Federico Vozza, c’è ” necessità di intervenire per migliorare anche le condizioni della foce del torrente Vevera che ogni anno risulta fortemente inquinato“.