di Federico Cuomo | Il Parco Michelotti, polmone verde di Borgo Po, attende da anni una riqualificazione più volte promessa ma mai portata a termine. Oggi l’area è al centro di un conflitto socio-ambientale capace di rianimare le associazioni ambientaliste e di attirare l’attenzione per la prossima apertura di un nuovo bioparco gestito dalla società Zoom.
In passato il parco fu sede dello zoo comunale fino al 1987, anno in cui si decise di chiudere per le rimostranze presentate da migliaia di torinesi finalmente attivi e sensibili in ambito bio-etico. Negli anni ’90 l’area visse il suo periodo di maggior splendore ospitando Experimenta, la mostra scientifica interattiva capace di attirare circa centomila visitatori l’anno, e di portare avanti progetti di ricerca con Università e Politecnico. Nel 2006, però, la mostra venne trasferita, lasciando un incolmabile vuoto all’interno del parco, con ricadute sociali ed economiche per l’intera zona. Proprio nell’ anno delle Olimpiadi per la prima volta fu avanzata l’idea di costruire una centrale idroelettrica all’interno dell’area, sfruttando il bacino idrico creato dall’omonima diga Michelotti, una decina di metri a nord rispetto la Gran Madre. Pochi mesi fa, però, la società appaltatrice ha ritirato la propria proposta, dopo essersi scontrata per mesi con il parere degli ambientalisti, schierati a difesa l’unicità delle specie arboree e ittiche. L’anno scorso è stato invece indetto un bando per ripensare e riadattare proprio il centro che una volta era sede dello zoo e di Experimenta, tentando di dare un volto nuovo al parco, ormai rovinato da anni di scarsa manutenzione e frequentazione. La vincitrice del bando, la società Zoom, vuole costruire una sorta di “fattoria didattica”, che dovrebbe ospitare unicamente specie animali già presenti in habitat simili a quello offerto dal parco, promuovendo il concetto di “cascina europea”, aperta alla cittadinanza e promotrice di formazione scientifica. Gli ambientalisti si sono nuovamente opposti, interpretando l’apertura del bioparco come una riproposizione del vecchio zoo. Attualmente i lavori non sono ancora partiti e il parco sembra chiuso in un limbo, costretto al progressivo degrado. La speranza è di rivedere, un giorno, il parco ripopolato da studenti e turisti curiosi di scoprire tutte le meraviglie che è in grado di offrire quest’area con i suoi scorci sul fiume Po.