JB | Torino deve tornare ad essere attrattiva per l’economia, sfruttando le potenzialità del territorio e il “saper fare” delle sue eccellenze. Tutti d’accordo, almeno su questo punto, i sei candidati chiamati a confrontarsi al tavolo organizzato da FederAzione in vista delle elezioni comunali del prossimo 5 giugno.
A discutere, di programmi e sfide dell’amministrazione che verrà, Michele Paolino e Silvio Viale del PD, Roberto Saini e Barbara Cervetti dei Moderati, Alfonso Badini Confalonieri e Laura Mari della Lista Morano.
Priorità al lavoro
La disoccupazione giovanile a Torino ha ormai toccato quota 44% e l’indice di povertà è in crescita: secondo Caritas sono centomila i poveri in città. Numeri alla mano, non potevano essere che lavoro e occupazione le priorità dell’agenda politica (ed elettorale) dei due schieramenti. Un’economia che non può accontentarsi del più volte sbandierato successo turistico riscosso dalla città della Mole, meta di viaggio scelta da 4 milioni di persone nel 2015 e recensita dal New York Times tra le destinazioni imperdibili del 2016 (ne abbiamo scritto qui).
Il turismo da solo non basta
Turismo come punto di partenza ma non di arrivo. Un’occasione da sfruttare per fare sistema con il territorio, magari -come vorrebbe Barbara Cervetti– allargando la vocazione ad investire in imprese culturali e turistiche ai 316 comuni della nuova area della Città metropolitana. Pensa invece a liberare risorse Alfonso Badini Confalonieri, per offrire al territorio quei servizi che oggi non ci sono: una minor leva fiscale e la concessione di immobili inutilizzati a chi vuole fare impresa in città potrebbero essere le prime ipotesi su cui ragionare. Difficile però pensare ad una ripresa economica senza uno stretto legame tra mondo del lavoro e formazione professionale e universitaria. Per Laura Mari a Torino mancano proprio le imprese in grado di offrire un lavoro agli studenti laureati negli atenei subalpini: motivo per cui le professionalità appena formate costruiscono il loro futuro altrove, magari portando idee e ricchezza lontano dalla città dove sono cresciute. Dello stesso avviso Michele Paolino: i posti di lavoro si creano offrendo agli imprenditori servizi efficienti e alti standard di ricerca. Torino ha uno dei migliori Politecnici d’Italia e una sana cultura del lavoro e dell’impresa, tutto sta a lavorare in sinergia. Potrà essere invece la metropolitana uno dei motori economici della città del prossimo futuro: per Silvio Viale proprio la seconda linea del metrò darà un nuovo impulso alle attività commerciali di prossimità. È già successo e succederà ancora, grazie ai flussi di transito che si creeranno lungo l’asse delle stazioni. Guarda invece alla sua Circoscrizione (la 1) Roberto Saini, perché è il centro a richiamare quei turisti che garantiscono ricadute economiche importanti per tutta la città: per questo va migliorata la viabilità e potenziata l’offerta culturale così da garantire alti standard di accoglienza e decoro.
Tra debito e passante
Se l’emergenza lavoro accomuna le posizioni dei candidati sono però i conti di Palazzo Civico a marcare la differenza. Numeri a posto secondo Michele Paolino, grazie a un bilancio messo in sicurezza rispetto al 2011. L’indebitamento -spiega l’esponente del PD- è inferiore al 2003, anno in cui iniziarono le spese per le Olimpiadi e si attesta sotto la soglia dei 3 miliardi di euro. Di tutt’altro avviso Alfonso Badini Confalonieri: il debito non sarebbe diminuito ma addirittura cresciuto fino a sfondare il tetto dei 4 miliardi di euro. Se la situazione è rimasta sotto controllo rispetto a cinque anni fa -spiega il candidato della Lista Morano- è solo perché il Governo romano è intervenuto. Critiche anche sui cantieri per le grandi infrastrutture: la giunta Fassino secondo Badini Confalonieri non ha fatto altro che portare avanti progetti vecchi di dieci anni, come il passante ferroviario i cui lavori di completamento sarebbero stati volutamente prolungati. Difende invece il passante Silvio Viale: è un’opera che ha trasformato e riqualificato un’intera zona della città, al punto che oggi è difficile trovare qualcuno che si ricordi ancora i binari in superficie.