JB | Si intitola Laudato sì Trivelle no, è un manuale di sopravvivenza per tutti gli italiani che non vogliono morire fossili, un manifesto collettivo con i contribuiti di esperti, associazioni, docenti, studenti e giornalisti. Il volume curato a quattro mani da Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde e da Angelo Raffaele Consoli, presidente del Cetri-Tires è stato presentato alla Camera dei Deputati.
Il volume si può scaricare gratuitamente sul sito della casa editrice Aracne.
«Il petrolio è una ricchezza solo nel deserto, in luoghi dove non c’è nulla, non certo in Italia che ha altre risorse, come turismo e agricoltura, sui cui investire. È ricchezza cioè che produce ricchezza per la collettività non solo per le lobby petrolifere, come dimostra l’inchiesta in Lucania che ha provocato danni alle popolazioni». Così Alfonso Pecoraro Scanio durante il suo intervento alla Camera. «Questo Governo – continua l’ex Ministro dell’Ambiente – ha danneggiato le rinnovabili. Matteo Renzi è andato negli Stati Uniti ad inaugurare un impianto solare termodinamico mentre in Itala continua a investire sulle fonti fossili. Il futuro dell’umanità è 100% rinnovabili».
«Con questo libro – dichiara Angelo Consoli – vogliamo cominciare a far uscire allo scoperto le realtà che stanno già fabbricando la Terza Rivoluzione Industriale e quelle che stanno preparando l’Italia del futuro. Una Italia che non è, e non può essere fossile. I petrolieri in Italia vogliono prolungare le concessioni oltre il periodo di scadenza per evitare di pagare le royalties. Infatti, non solo in Italia imponiamo le royalties più basse del mondo, ma permettiamo una “franchigia” annuale sotto la quale le royalties non si pagano, per cui se si vuole evitare di pagare, basta mantenere le estrazioni al di sotto di quella franchigia».
Il testo rappresenta anche uno spunto di riflessione per un nuovo modello energetico e un futuro senza fossili che gli italiani vogliono fortemente. A dimostrarlo il sondaggio annuale di IPR Marketing e Fondazione UniVerde, realizzato lo scorso novembre, che da un lato certifica un favore per l’energia solare stabilmente oltre l’80% dei consensi, dall’altro il favore verso il petrolio intorno all’1%.