JB | È l’inquinamento atmosferico la principale preoccupazione degli Italiani quando si parla di ambiente, un problema percepito come reale e pressante dal 50% delle persone, più dello smaltimento dei rifiuti (47%) e dei cambiamenti climatici (42%). A dirlo l’ultima indagine Istat su Popolazione e ambiente, istantanea che fotografa l’atteggiamento del Paese aggiornata al 2014.
Scorrendo i numeri del rapporto Istat emerge un’Italia attenta alla tutela delle risorse naturali, con un 72% degli intervistati che dichiara di non sprecare energia elettrica, mentre il 67% si impegna a fare altrettanto con l’acqua. Proprio per ridurre i consumi (e le spese in bolletta) il 22% delle famiglie tra il 2010 e il 2014 ha sostituito vecchi elettrodomestici con modelli più efficienti e ha provveduto a isolare termicamente la propria abitazione.
Italiani virtuosi dunque, forse più di quello che ci si poteva aspettare. Ma non tutti nella stessa maniera e con uguale convinzione. Se proviamo infatti a scorporare i dati forniti da Istat ci accorgiamo che anche sul macro-tema “ambiente” l’Italia si divide e si diversifica. La regioni più propensa a investire in efficienza energetica è Liguria (34% delle famiglie intervistate), seguita da Valle d’Aosta Lombardia e Piemonte (32%) ed Emilia Romagna (31%). Gli investimenti sono più contenuti in Sicilia (17%), mentre va un po’ meglio in Abruzzo e Puglia (23%). Complessivamente il contributo maggiore proviene dal Nordovest, con 25 famiglie su 100. Il minore dal Meridione, appena 18 famiglie.
L’indagine Istat conferma una tendenza comune a tutta l’Unione europea: il livello di istruzione incide sulla consapevolezza ambientale, al crescere del titolo di studio aumenta la percentuale di individui interessati all’ambiente. Una fetta di popolazione all’interno della quale soprattutto le donne e le persone con istruzione superiore sono i più attivi nell’adottare comportamenti oggi definiti ecofriendly, come l’acquisto di prodotti biologici, di prodotti a km zero, il controllo delle etichette dei prodotti alimentari.
Un’ultima riflessione riguarda poi le aree protette. La schiacciante maggioranza degli Italiani è a favore, con un 42% convinto che la creazione di aree naturali contribuisca “molto” alla salvaguardia delle specie animali e vegetali e il 45% “abbastanza”. Ottime premesse che però non si traducono in una pratica attiva: nel 2014 solo il 16% della popolazione ha fatto visita anche solo a una area protette. I parchi sono importanti, ma in pochi li visitano. (leggi l’approfondimento di Piemonte Parchi)