Apparato urinario, quale prevenzione? Alcune evidenze scientifiche mostrano un miglioramento dei sintomi urinari in soggetti che praticano abitualmente attività sportiva.
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Dal numero di gennaio-febbraio 2016 di Elisir di Salute
Apparato urinario, quale prevenzione?
Alcune evidenze scientifiche mostrano un miglioramento dei sintomi urinari in soggetti che praticano abitualmente attività sportiva
Prof. Giuseppe Morgia
Direttore Clinica Urologica
e Scuola di Specializzazione in Urologia
Università di Catania
SIU (Società Italiana di Urologia)
Molte malattie dell’apparato urinario sono correlate a fattori di rischio noti e stili di vita non corretti, è dunque possibile adottare comportamenti utili ai fini della loro prevenzione per ridurne l’incidenza o, in secondo luogo, finalizzate ad eseguire una diagnosi precoce. Le attività di prevenzione rappresentano alcune tra le più importanti azioni da attuare in ambito sanitario. Esistono tre livelli di prevenzione:
• prevenzione primaria: è il primo strumento a nostra disposizione per preservare la nostra salute e si basa sulla modificazione del proprio stile di vita; mira a ridurre i fattori di rischio e quindi la possibile comparsa di malattie ad esse correlate;
• prevenzione secondaria: viene attuata attraverso test di screening volti a individuare malattie allo stato iniziale, per permettere la cosiddetta “diagnosi precoce” che consente di intervenire tempestivamente e aumentare così la possibilità di guarigione;
• prevenzione terziaria: è rappresentata dalla prevenzione delle complicanze, delle probabilità di recidive di una malattia o la gestione di una patologia cronica.
Prevenzione e attività fisica
Negli uomini dopo i 50 anni, principalmente a causa dello stimolo degli ormoni maschili, si può manifestare l’Ipertrofia prostatica (o Iperplasia prostatica benigna) che è caratterizzata dall’aumento di volume della ghiandola prostatica, localizzata al di sotto della vescica. Si manifesta con la comparsa di sintomi delle basse vie urinarie: getto urinario ridotto, aumento della frequenza minzionale, esigenza di svegliarsi di notte per urinare, e talvolta urgenza minzionale, causando un notevole disagio nella vita quotidiana. Recentemente è stata dimostrata la correlazione tra questi disturbi e fattori associati con le malattie cardiovascolari e disturbi metabolici tra i quali dieta, obesità e attività fisica. Il grasso corporeo infatti è ormai riconosciuto come un tessuto metabolicamente attivo in grado di produrre ormoni e citochine infiammatorie che hanno importanti ruoli nell’ambito del metabolismo. Alcune evidenze scientifiche mostrano un miglioramento dei sintomi urinari in soggetti che praticano attività sportiva rispetto ai soggetti che conducono uno stile di vita sedentario. Quale sia il livello di attività fisica adeguato in grado di prevenire i sintomi non è del tutto determinato. Basandoci su queste osservazioni è consigliabile supportare lo sviluppo di nuove strategie per la riduzione dell’adiposità, incoraggiando uno stile di vita che includa la pratica costante di attività fisica adeguata al fine di limitare la comparsa dei sintomi sopra descritti. Inoltre, adottare una dieta più sana (riducendo l’apporto dei grassi nocivi) può risultare efficace nel ridurre la massa grassa e la conseguente insorgenza dei disturbi delle basse vie urinarie.
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