È polemica sulla scelta dei nuovi direttori dei principali musei italiani, voluta dal ministro Franceschini. Tra i 20 nuovi dirigenti 7, infatti, sono stranieri. Dalla carta stampata ai social si apre il dibattito, c’è chi parla di “atto politico pericoloso” che Franceschini pagherà, chi ancora rilancia accusando il ministro della cultura di “pressapochismo”, quello che è certo è che l’Italia non è il primo paese a prendere simili provvedimenti. Molti di coloro che rientrano oggi a ricoprire questo ruolo hanno svolto una simile mansione negli Stati Uniti, in Inghilterra o in Francia.
Negli scorsi mesi è stato, invece, bandito un concorso a livello europeo per la nomina di figure in ambito museale (curatori, assistenti, educatori) che saranno destinati a ricoprire tale ruolo nella Casa della storia europea. Dobbiamo dunque abituarci a una dimensione più europea e meno provinciale. Nel dibattito emerso nelle ultime ore non ci si è concentrati sull’ondata di studiosi italiani che faranno rientro in patria proprio grazie a queste recenti nomine con esperienze maturate all’estero. Una svolta, dunque, per l’Italia che si appresta ad essere sempre più europea.
Oltre che Firenze, Roma, Milano, Napoli, anche Torino ha un direttore fresco di nomina. Si tratta di Enrica Pagella che, dalla direzione di Palazzo Madama e Borgo Medievale, passa a quella del Polo Reale.